giovedì 11 ottobre 2018


TULLIO SOLENGHI SI METTE ALLA PROVA CON “IL DECAMERON” DI BOCCACCIO
Si apre il 19 ottobre la SESTA edizione della stagione di teatro contemporaneo d’arte VADO A TEATRO! al TEATRO DEGLI SCALPELLINI di San Maurizio d'Opaglio.
La stagione è sostenuta da: Fondazione Piemonte dal Vivo-Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Regione Piemonte, Istituzione Museo del Rubinetto, comune di San Maurizio d’Opaglio.
In collaborazione con la rassegna Concentrica e con ANA sezione Cusio-Omegna.

Si comincia il 19 ottobre con un attore molto noto come Tullio Solenghi che, con Decameron. Un racconto italiano in tempo di peste, mette in scena, con la regia di Sergio Maifredi e la produzione del Teatro Pubblico Ligure, un’operazione di intrigante avvicinamento alla sensibilità contemporanea del capostipite della narrativa italiana.  

«Boccaccio è dinamite pura: è stato il primo grande femminista. Le sue donne sono semplici, profonde, popolari e nobili allo stesso tempo. Al contrario degli uomini che, già allora, combinavano sempre dei pasticci», chiosa l’attore genovese.

Lo spettacolo è andato in scena nel 2015 in una prima versione al Teatro Politeama di Genova e negli anni successivi ha collezionato oltre cento repliche in tutta Italia, toccando Veneto, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise e altre regioni. Il Decameron è stato affrontato da Sergio Maifredi in collaborazione con lo scrittore Gian Luca Favetto e con la consulenza letteraria di Maurizio Fiorilla, ricevendo il patrocinio dell’Ente Nazionale Boccaccio.
“È un testo senza tempo perché Boccaccio è stato un genio non solo per il contenuto dell’opera, ma anche perché ha saputo produrla in un momento buio per la storia di Firenze» continua Solenghi «siamo nel 1300, la peste ha sterminato 30 mila persone in una città da 80 mila abitanti. Proprio quando la morte sembra vincere su tutto, Boccaccio fa uscire una raccolta di novelle piene di vita e calore».
Lo scrittore fiorentino ha il merito di aver elaborato il primo grande progetto narrativo della letteratura occidentale, inserendo i cento racconti in un libro organico capace di rappresentare la varietà e complessità del mondo. «I protagonisti non sono re o principi, ma popolani, fra luci e ombre» conclude Solenghi «è un testo “proletario” capace di abbracciare tutta la bellezza e la tragedia dell’umanità»
Biglietti a 15 euro, acquistabili su Vivaticket.


Il 19 ottobre sarà possibile anche acquistare gli abbonamenti (8 spettacoli al prezzo di 48 euro) e i biglietti per tutti gli altri spettacoli della stagione.
INFORMAZIONI: info@teatrodelleselve.it, 339 6616179

sabato 7 aprile 2018



Domenica 15 aprile, h 18

TEATRO DELLE SELVE

Diario di uno stravagante

vita di Pietro Ceretti

Di Franco Acquaviva 
Con Franco Acquaviva
Musica dal vivo: M° Massimo Fiocchi Malaspina
Assistente alla regia: Anna Olivero 
“Sono nato nel giorno di San Bartholomeo, il quale ricorre nell’agosto, mese delle febbri nei luoghi malsani, delle mosche e della stanchezza universale. Essendo nato in questo mese, pare che la slombataggine generale contribuisse qualche poco al mio futuro temperamento. 
Parlando di me un poco spregiudicatamente, dirò che più tardi fui e sono uno stravagante”. 
Pietro Ceretti preferì la selvatichezza alla civiltà, e fu un strana figura di filosofo: dotato di una vitalità fisica che lo portò in gioventù a vagabondare a piedi per il mondo, scrisse molti volumi: satire, favole filosofiche, poesie, grullerie poetiche. Oggi è pressoché dimenticato, ma forse ha ancora qualcosa di importante da dirci… 



mercoledì 21 marzo 2018

Quintetto



Venerdi 6 aprile, h 21
TIDA THEATRE DANSE/ MARCO CHENEVIER
Quintetto
di e con: Marco Chenevier
produzione: TIDA - Théâtre Danse
con il sostegno di: MiBACT – Ministero Beni e Attività Culturali / Regione Valle d'Aosta - 

Spettacolo vincitore del Be Festival - Birmingham 2015
Secondo premio del pubblico al MESS Festival – Sarajevo 2015
Primo premio per la danza contemporanea al Sarajevo Winter festival – 2013
Secondo classificato al Next Generation festival - Padova 2013
Spettacolo inserito nella “Top 10 Comedy 2016” del quotidiano inglese “The Guardian”


Il 5, nell’esoterismo, è il numero che simboleggia la vita universale, l’individualità umana, la volontà, l’intelligenza, l’ispirazione e il genio. 
Simboleggia anche l’evoluzione verticale, il movimento progressivo ascendente. 
Per l’esoterismo il “5” è il numero dell’uomo come punto mediano tra terra e cielo, e indica che l’ascensione verso una condizione superiore è possibile. 
Esso contiene la sintesi dei cinque sensi, il numero delle dita di un uomo, è la base decimale matematica, è il numero del pentacolo ed il numero della stella a cinque punte. Si tratta di una cifra dell’uomo, a cui gli uomini hanno attribuito significati trascendentali fin dalla notte dei tempi. 
Già. Ma oggi c’è la crisi, bisogna tagliare.  
Il risultato è uno spettacolo ironico e dissacrante che coinvolge il pubblico.

mercoledì 14 marzo 2018

Cucinar ramingo




Venerdi 16 febbraio, h 21
Cucinar ramingo
Teatro cucina vagante

di e con Giancarlo Bloise
Testi di Giuliano Scabia, G. Bloise, Maurizio Meschia

Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche 2012

« Sovrappongo e alterno alle azioni pratiche della cucina il racconto di viaggi, compiuto attraversando la mitologia greca, e le regole della cucina ebraica. Mi muovo nelle pieghe della scrittura di Giuliano Scabia, della mia e di quella di Maurizio Meschia », afferma l’artista.Tra melodie che spaziano da Vivaldi a Jimi Hendrix, mentre il pollo è in cottura, annaffiato dal vino e arricchito da spezie il cui aroma fluttua nell’aria, si giunge alle cozze e al riso sibarita ravvivato dallo zafferano che lo colora e lo profuma. Infine, pane e crema desertica: hummus. Tutti per hummus, hummus per tutti. Dal niente, in una scena scarna e pulita, in pochi minuti tutto è imbandito, pronto, apparecchiato ad accogliere e sentire, assaggiare e consumare.

Talentuoso è il «cuoco» attore Giancarlo Bloise che appronta uno spettacolo piccolo, gioioso, in controtendenza, armonico, nel quale, tra eleganti oggetti scenici inventati dallo stesso attore tutti in legno, mescendo, rosolando, cucinando due piatti, racconta con lievità da giocoliere in Cucinar ramingo - In capo al mondo su testi di Giuliano Scabia e di Bloise stesso 
Magda Poli, Corriere della Sera

Un cenno a parte merita infine Giancarlo Bloise, cuoco-attore che in Cucinar ramingo disquisisce su cibi e bevande degli dei, cuocendo veri manicaretti su fornelli che paiono strumenti musicali.                                                                                                 Renato Palazzi, Il Sole 24 Ore

Cucinar Ramingo... è raccomandato a quanti, nello spettacolo dal vivo, amano l’appello ai sensi. Che non sono banalmente cinque ma, in corpi sapienti di spettatore, tendono all’infinito. Dice Bloise alla fine: “ i più coraggiosi potranno degustare ciò che la loro mente vorrà immaginare”. Buon appetito.
Roberto Canziani, Hystrio

sabato 10 marzo 2018

Gonzago’s rose




Sabato 10 marzo, h 21
Gonzago’s rose
Ideazione e interpretazione: Federica Tardito e Aldo Rendina
Teatro-danza

ideato e interpretato da Federica Tardito e Aldo Rendina
musiche di Kocani Orkestra‚ Sergej Prokofiev‚ Ibrahim Ferrer‚ Gino D’Auri‚ Lola Beltran  
progetto luci Sandro Carnino
grazie all’occhio complice e amico di Giorgio Rossi
e alla presenza di Doriana Crema
produzione compagnia tardito/rendina
con il sostegno dell’Associazione Sosta Palmizi/MiBAC

Un uomo sicuro‚ duro come la sua sedia‚ hombre pasionado che confonde l’Amor con la violensa‚ una donna offesa‚ prostrata‚ bagnata insieme alle sue rose‚ mujer desiderosa che subisce la violensa per un toco de Amor‚ vivono insieme  da "100 anni" allevando rose. Incalzati da incubi travestiti da sogni e poesie annacquate‚ condividono una sola realtà: ballare i vecchi ricordi in abiti stanchi.

Una danza ironica e la tempo stesso passionale che lascia spazio al grande sentimento dell’amore e al sogno di ognuno di noi: quello di innamorarsi ascoltando vecchie canzoni e porgendo un fiore all’amata, magari una rosa rossa.
La Gazzetta di Parma

Tra vasche galleggianti, rose usate senza esclusione di spine, abiti stanchi e gag esilaranti, si dipana la storia di Gonzago e Rosalia, che colpisce lo spettaore per la sua forte carica ironica, sviluppando al contempo un crescendo drammatico di grande effetto.
Il Corriere dell’Umbria

Ironia, sensualità giocosa, tenerezza tragicomica, unite ad una tecnica impeccabile, condiscono uno spettacolo che vuole sondare le relazioni tra uomo e donna, e l’incomunicabilità di coppia, attraverso una strategia infallibile e originale: far sorridere mentre si riflette, puntare l’attenzione su un problema reale camuffandolo quasi fosse un gioco di poca importanza. 
La Nazione

lunedì 19 febbraio 2018

Allegro cantabile



Sabato 24 febbraio, h 21
Faber Teater
Allegro cantabile

con Marco Andorno, Francesco Micca, Lodovico Bordignon, Paola Bordignon, Sebastiano Amadio, Lucia Giordano.
Regia e drammaturgia: Aldo Pasquero, Giuseppe Morrone
Direzione musicale: Antonella Talamonti


“Buonasera. Questa sera non parliamo, cantiamo solo. Voi ascoltate e...” Così comincia Allegro Cantabile con un messaggio affidato alle parole scritte. Da anni come gruppo, “giochiamo” e sperimentiamo con la voce, con il canto e i repertori dall’Italia e dal mondo. La ricerca sull’attore musicale, possiamo dire, è cuore del nostro percorso artistico degli ultimi 10 anni.
Si parte dalla tradizione della musica popolare italiana, da canti che vengono da Piemonte, Veneto, Lazio, Campania, Abruzzo... per andare altrove.
Piano visivo e uditivo si mescolano in un gioco di cui poco alla volta gli spettatori diventano complici. E così è possibile “vedere” la polifonia e “ascoltare” il movimento.

mercoledì 31 gennaio 2018

Open



Venerdi 2 febbraio, h 21
Open
dall’autobiografia di André Agassi

di e con: Mattia Fabris
alla chitarra elettrica: Massimo Betti

“Quando ho cominciato a leggere Open di Agassi mai e poi mai avrei pensato che avrebbe potuto appassionarmi la biografia di un campione di tennis, sport che non ho mai praticato e quindi mai capito fino in fondo. Sono rimasto folgorato. Open contiene tutti gli elementi di una vicenda avvincente, che tiene incollato il lettore fin dalle prime pagine.
Agassi non è un tennista qualunque. È stato il numero 1 al mondo. Ma… Agassi odia il tennis.
Attraverso questo incredibile conflitto, Open racconta la storia non solo di un campione, ma anche quella di un uomo che, mentre diventa inesorabilmente uno dei tennisti migliori di tutti i tempi, cerca di rispondere alla domanda: “chi sono io?”, con la quale ogni
uomo, più volte nel corso della vita, si trova a fare i conti.
Così Open diventa storia universale, epica, commovente, ricca di suspense, appassionante”.                           
Mattia Fabris

mercoledì 17 gennaio 2018

Primi passi sulla luna Divagazioni provvisorie per uno spettacolo postumo



Sabato 20 gennaio 2018, h 21
Andrea Cosentino
Primi passi sulla luna
Divagazioni provvisorie per uno spettacolo postumo

Indicazioni di regia: Andrea Virgilio Franceschi
Collaborazione artistica: Valentina Giacchetti 
Disegno luci: Dario Aggioli

In collaborazione con la rassegna Concentrica

“Dice che la notte del 20 luglio del ’69 in tutto il mondo interplanetario non c’è stato un furto, un omicidio, una rapina, uno scappellotto. Erano tutti li davanti a Neil Armstrong…”.
Contro la sete di realtà, l’ossessione per le storie vere, i fatti di cronaca e i reality show, Cosentino ci conduce in un viaggio surreale, esilarante e struggente, portato avanti al tempo imperfetto, che è il tempo dei giochi e dei sogni, e che si dissolve al presente.

Il lavoro di Andrea Cosentino inquadra immagini del futuro ormai passate, prendendo spunto dal quarantennale del primo allunaggio, passando per il centenario del manifesto futurista, il cinquantenario della creazione della prima Barbie e i dieci anni dalla morte di Stanley Kubrick.  

Lo sbarco sulla luna dà il la a una schiera di improbabili personaggi per discettare di sosia viterbesi di Armstrong e torri gemelle, monoliti, alieni e spiritualità, scimmie, tapiri e licantropi. 
Ma l’allunaggio della notte del 20 luglio del ’69 è anche l’evento mediatico attraverso il quale misurare l’inattingibilità del reale in un’epoca la cui verità coincide con il suo darsi in rappresentazione.